Anno della misericordia: kairos per conoscere l’Islam

Jordan Denari 
Articolo pubblicato sul ‘National catholic reporter’ il 4 Dicembre 2015

(La traduzione dell’articolo è nostra e quindi non è stata rivista ed approvata dall’autore)

L'8 Dicembre, è stato il giorno di apertura del giubileo della Misericordia, anno in cui si celebrerà la compassione di Dio. Papa Francesco, che ha fatto della misericordia il suo stesso motto, spera che quest’anno possa essere “un autentico tempo di incontro con la misericordia di Dio”. Una via per i cattolici nel fare esperienza della Sua divina misericordia è il prodigarsi nell’incontro con quella religione che pone al centro della sua fede la misericordia di Dio: l’Islam.
Purtroppo per colpa delle immagine di violenza e delle bandiere nere sventolanti sul Medio Oriente, l’ultima cosa che molti cattolici possono pensare è quella di associare la misericordia all’Islam. 
Al di là della preghiera regolare e del Ramadan, molti cristiani ignorano ciò che la pratica religiosa del retto musulmano significhi, per non parlare del loro credere in Dio. Eppure all’inizio di ogni capitolo del Sacro Corano, all’inizio di ogni attività o pasto o preghiera o lavoro, il fedele musulmano invoca con le sue labbra Bismillah al-Rahman al-Rahim, che potremmo tradurre con “nel nome di Dio, il Clemente, il Compassionevole”. 
Nella bolla di indizione del giubileo, papa Francesco, riferendosi all’attenzione che sia l’islam che l’ebraismo hanno nei confronti della misericordia Divina, scrive: “C’è un aspetto della misericordia che travalica i confini della Chiesa”. Il santo padre vuole spingere i cattolici a vivere questo anno speciale, dedicato alla misericordia, come quell’opportunità per imparare qualcosa di più sull’Islam e su altre religioni. Il papa auspica che “si elimini ogni forma di chiusura mentale e disprezzo… di violenza e discriminazione.



Come genitori

Come papa Francesco ha spiegato durante la sua omelia, la misericordia del Signore non è semplicemente pietà o perdono in seguito a una situazione di peccato, ma molto di più: misericordia è la disposizione universale sulla creazione, è quell’amore genitoriale su di tutti. Questo è altrettanto vero nell’Islam.

I musulmani non si riferiscono a Dio con l’appellativo “Padre”, ma questo (come natura di Dio) diventa chiaro se si esamina la radice della parola misericordia (rahmah): rahm (che significa grembo materno). A Dio viene attribuito il nome al-Rahman (il totalmente Misericordioso) e al-Rahim (lo speciale Misericordioso). Il profeta Maometto paragona la misericordia di Dio ad una madre misericordiosa. 
Nel Corano, la misericordia (rahmah) identifica l’attributo principale di Dio, addirittura ponendo al-Rahman come sinonimo di Allah (Dio). In un famoso detto del Profeta, si dice che “Dio abbia più misericordia verso i suoi servi che una madre verso i suoi stessi figli”. Per entrambi, cristiani e musulmani, la misericordia di Dio si caratterizza con una infinita pazienza e una fedeltà costante nel raggiungere l’umanità ribelle e smarrita.

Papa Francesco si riferisce spesso alla parabola del “figliol prodigo”, che indica come parabola del “padre misericordioso”. Nella parabola, il ragazzo va via da casa, abbandonando il padre anziano e vivendo una vita da dissoluto. Dopo aver sperperato le sue sostanze egli ritornerà con vergogna dal padre.
Successivamente la Bibbia racconta che il padre, vedendo il figlio ancora in lontananza, ricolmo di compassione, corse verso di lui abbracciandolo e baciandolo.
Un passo assai citato di Maometto in qualche modo riprende questa prospettiva di Dio: “Dio disse: se un mio servo mi si avvicina della lunghezza di una mano, io mi avvicino a lui già dalla lunghezza di un braccio; se si avvicina a me di un braccio, io mi avvicino a lui dell’apertura di un’ala; e se si avvicina a me camminando, io mi avvicino a lui correndo”.
Nella misericordia materna di Dio, l’Islam parla anche della creazione e della presa di cura dell’universo. Tutte le cose sono state create da Dio, che, come dice il maestro spirituale Ibn Arabi, “ha posto in essere l’intero universo plasmandolo con la misericordia”. 
L’infinita compassione di Dio (Q7,156) abbraccia il mondo intero (come un grembo materno), e i suoi attributi divini si possono ritrovare parzialmente nelle creature, soprattutto negli uomini.
Questo universale e costante afflato di misericordia divina, va di pari passo con quello che gli studiosi di Islam hanno chiamato la “particolare misericordia di Dio”. Questa viene elargita, secondo il volere di Dio, in risposta alle richieste che l’uomo fa durante le difficoltà della vita. L’uomo rimane libero di allontanarsi da questa cura divina, quindi  questa speciale misericordia non può essere garantita. Tuttavia, come un genitore paziente, Dio continuamente offre misericordia, che come ricorda il Profeta: “sempre prevale sulla sua ira”.

Modello di Misericordia

I musulmani credono che la misericordia divina sia espressa tramite i vari profeti  che portano la Sua rivelazione all’umanità. Questi uomini, includono molte figure familiari alla cristianità come: Abramo, Mosè, Gesù e Maometto.
Per i musulmani Maometto è il modello della misericordia vivente, infatti Dio dice nel Corano: “Noi ti abbiamo inviato solo come una misericordia per i mondi” (Q21,107).
I musulmani guardano al suo esempio di rahmah (verso gli animali, gli anziani, i nipoti e tutti coloro che il Profeta incontrò) come il modello delle loro vite; cercano di imitare questa sua attenzione alla natura e di essere ricchi di misericordia verso l’universo tutto.

Alcuni musulmani americani, hanno incominciato sul web una iniziativa educativa dal nome: “CelebrateMercy”. In questo sito, si vuole condividere la vita del Profeta non solo con i musulmani, ma anche con coloro che hanno incontrato solo stereotipi negativi sull’Islam e sul Profeta stesso.
Nel conoscere la centralità della misericordia nell’Islam, i cattolici possono divenire più consapevoli della loro stessa tradizione di misericordia, possono trovare assonanze con la prospettiva islamica; (per esempio, in Isaia si trova: “Può una madre dimenticare suo figlio, non dimostrare tenerezza per il figlio che ha portato in grembo? Anche se dovesse dimenticarlo, Io non lo dimenticherò mai”).

Per i cattolici questo anno della misericordia è il tempo opportuno per re-incontrare la rahmah di Dio attraverso le proprie Scritture e tradizioni, ma anche attraverso fratelli e sorelle musulmani. Quello che scopriremo (nonostante le differenze dottrinali) sarà la condivisione, da parte di cristiani e musulmani, della fede comune nel Dio che si relazione con l’intera creazione con l’amore spropositato di un genitore.



Jordan Denari 
Articolo pubblicato sul ‘National catholic reporter’ il 4 Dicembre 2015
(La traduzione dell’articolo è nostra e quindi non è stata rivista ed approvata dall’autore)

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