La metodologia della ‘Scriptural Reasoning’

La metodologia della 
Scriptural Reasoning


fra Stefano Luca OFMCap
articolo pubblicato su InterrelioneNews Giugno-Luglio 2016

Cos’è la Scriptural Reasoning (SR)?
L’università di Cambridge negli ultimi anni ha  studiato e condotto un interessante programma di studi interreligioso. Da questa esperienza, che continua ad essere vissuta, è nata la metodologia della SR. 
Piccoli gruppi di Ebrei, Cristiani e Musulmani, e talvolta anche appartenenti ad altre credi, si incontrano per leggere insieme piccoli passi dei loro rispettivi Testi Sacri. Discutono così insieme il contenuto teologico e non solo, condividono tra loro come la loro specifica tradizione religiosa ha ‘lavorato’ e continua a ‘lavorare’ su quel particolare testo. Sia da un punto di vista teologico-spirituale che dottrinale-morale e quindi anche sociale.

L’obiettivo non è quello di giungere a un accordo tra le parti, quanto quello di crescere nella comprensione e nella conoscenza gli uni delle tradizioni religiose degli altri, approfondendo ed esplorando così altre possibili interpretazioni dei Testi Sacri. SR è un processo che funziona anche se i partecipanti si trovano in forte disaccordo. Non si tratta di trovare compromessi, ma di comprendersi a vicenda proprio nelle differenze.
Questa metodologia chiede profondità di relazioni. Investendo molto tempo insieme, si condivide ciò che di più centrale c’è nella propria vita: la fede. Questo non conduce, come abbiamo già detto più volte a compromessi e accordi, ma conduce a un alleanza di amicizia.

SR con i bambini della scuola primaria
Aprile 2016, Inghilterra - Warwickshire.
Bambini delle scuole primarie, insegnanti e rappresentanti delle diverse fedi, hanno vissuto insieme una giornata di lavoro attraverso la ‘Story Tent’. Lo scopo era quello di scoprire ed esplorare alcuni racconti/storie contenute nei vari Testi Sacri. fare domande e sviluppare una conoscenza approfondita tra i compagni di classe nelle loro differenti tradizioni religiose e così costruire una amicizia in grado di abbattere stereotipi e pregiudizi.
Hanno partecipato più di 100 bambini, gli insegnanti di ben 4 classi e 9 rappresentanti religiosi tra cristiani, musulmani e sikh.

Come si è svolta la giornata di lavoro? 
L’incontro è iniziato con una grande assemblea nell’aula magna dove sono state date le tre coordinate principali per vivere al meglio la giornata: Rispetto, Apertura e Curiosità.
I rappresentati religiosi si sono presentati e hanno brevemente introdotto la Sacra Bibbia, il Sacro Qur’an e il Guru Granth Sahib.
In seguito i bambini si sono divisi in tre classi  e al loro interno hanno costituito tre piccoli sottogruppi per poter porre domande e scoprire il più possibile su una di queste storie sacre: la creazione del mondo, Noè, le parabole.
Alla fine della mattinata i piccoli sottogruppi hanno presentato a turno a tutta la loro classe, attraverso l’utilizzo di scenette teatrali, ciò che avevano scoperto. Attraverso il teatri, giochi di vario genere e disegni, i bambini possono esplorare le somiglianze e le differenze tra le diverse storie nelle diverse tradizioni religiose e così, attraverso la mediazione artistica, giungere a una più profonda conoscenza di ciò che significa nella vita reale essere una persona di fede.

«mi è piaciuto molto fare le scenette perché all’inizio è stato molto difficile capire i testi, specialmente quelli Sikh. Li ho letti, ho ascoltato molto e fatto moltissime domande e alla fine mettere in scena tutto questo mi ha reso il testo cento volte più comprensibile»

Alla fine della giornata tutte le classi si sono ritrovate insieme nell’aula magna e ogni classe ha potuto fare le ultime domande ai vari rappresentanti religiosi. 




Alcune testimonianze a mo’ di conclusione 
un bambino - «proprio perché sono cristiano, mi sono subito sentito eccitato perché stavo per scoprire qualcosa della prospettiva di qualcun altro, della suo credo».

un adulto - «imparando qualche cosa in più sui musulmani e soprattutto stando a contatto con una persona di fede musulmana mi ha permesso di riflettere su come mi relazione con loro, su come le vedo. Ho compreso come occorra un dialogo più profondo che abbatta precompressioni».

un bambino - «la scorsa volta ho tentato di comprendere la cristianità e ho dovuto così approfondire di riflesso la mia fede, questa volta ho indagato storie Sikh e ancora una volta ho compreso come anche io posso essere forte nella mia fede».

un adulto - «se penso alla mia crescita personale, ho ri-scoperto alcuni aspetti unici della mia fede e così sono stato motivato a interiorizzarli ancora di più».

un adulto - «sono stato veramente contento di aver incontrato e accolto nella mia scuola diversi rappresentanti di diverse religioni, ma personalmente vorrei continuare a rimanere in contatto con i bambini di diverse fedi che ho incontrato».

un bambino - «il modo in cui parlava era affascinante. Continuavo ad avere fame di imparare di più. voglio ricordarmi tutto di questa giornata perché è stata veramente un’esperienza magnifica».



Alla fine della giornata di lavoro c’è stato un vero e proprio desiderio di sviluppare questo progetto. 
Sia bambini che adulti siano cresciuti molto nella conoscenza e nella relazione tra di loro. Se dovessi sintetizzare l’intera giornata di lavoro utilizzerei queste parole:


«l’opportunità di parlare e condividere questi racconti e le nostre rispettive fedi con altre persone di altre tradizioni è stato veramente liberante. Questa attività ha offerto uno spazio sano, costruttivo e tutelante per esplorare differenti posizioni delle nostre fedi, che solitamente nella nostra vita quotidiana è molto difficile avere.




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